Forse sarà la deformazione economica, ma per quanto mi riguarda la prima notizia è che sono stati ben spesi i nove milioni di euro di fondi strutturali Fse e Fesr 2007-2013. Fondi europei dunque. Ma a che sono serviti questi soldi? E qui arriva la seconda bella notizia: l’università Federico II di Napoli, che mi onoro di aver frequentato, è la prima in Italia a presentare i Mooc (Massive open online courses) nati nel 2011 in America. Sono corsi online rivolti a studenti e non iscritti, che potranno formarsi a distanza usufruendo di un vasto archivio di materiale multimediale da affiancare alla lezione del docente. I Mooc sono stati definitivi “la nuova frontiera dell’apprendimento”: il portale di e-learning consegna un primato nazionale all’università partenopea. “I Mooc – si legge nel comunicato diffuso mercoledì 15 aprile – sono pensati per una formazione a distanza che coinvolga un numero elevato di utenti. I Mooc, aperti e, soprattutto, gratuiti, hanno generato un vero e proprio terremoto culturale, spalancando le porte alla divulgazione della conoscenza”
E’ come un master a portata di mouse: da casa, in treno, la sera, chi ha voglia di acquisire nuove competenze potrà farlo senza necessariamente iscriversi all’università. E, terza notizia, questi studi e corsi seguiti online potranno essere certificati e consentire crediti formativi. Il programma è ampio: 600 lezioni, 10mila slide, 1.800 video e 3 mila immagini. Si possono scegliere le materie in cui approfondire la formazione, spaziando dalle discipline scientifiche e tecniche (fisica della galassie, biochimica, biotecnologie) a quelle umanistiche (letteratura latina e italiana), mediche (malattie infettive) e giuridiche (diritto del lavoro, storia del diritto romano). Saranno quindi segnalati gli orari in cui si svolgono le lezioni on line gratuite, che potranno essere comunque recuperate successivamente e sara’ possibile studiare su una sorta di block notes multimediale, sottolineando alcuni passaggi del testo e condividendoli con i compagni di questa classe virtuale attraverso i social network.
Quinta buona notizia: i corsi, come già segnalato, sono gratis