Era stato Matteo Renzi a parlare di masterplan per il Sud Italia il 7 agosto nella direzione Pd convocata ad hoc. Ovvio che l’annuncio avesse creato aspettative. Aveva anche indicato in metà settembre la data della presentazione, poi spostata a metà ottobre. Ieri il premier ha illustrato la Legge di Stabilità. Per il Sud ci sono 450 milioni di euro in tre anni per la Terra dei fuochi e, di questi, 150 milioni sono già disponibili quest’anno. Inoltre lo Stato garantirà i finanziamenti all’Ilva di Taranto e, infine, sarà previsto lo stanziamento definitivo per la Salerno-Reggio Calabria.
Sono tre scelte importanti non c’è dubbio. Renzi dice che “le risposte per il Sud non sono i convegni o i proclami, ma fatti concreti”. Perfetto, giustissimo. Ma allora non bisognava parlare di masterplan: dopo l’analisi dello Svimez sul deserto industriale del Mezzogiorno e dei paragoni con la Grecia, il piglio di Renzi nella direzione Pd del 7 agosto aveva fatto intendere un piano strategico e di ampio respiro per il Mezzogiorno che avrebbe raccolto le indicazioni e le proposte della società civile. Da qui la delusione di tanti dopo la presentazione di ieri. “Il fatto che non ci sia tutta l’attenzione che ci si aspettava sul Sud per noi e’ problematico», ha dichiarato in radio il presidente dei Giovani di Confindustria, Marco Gay.
E ora?