Un museo che produce un videogame. Ti aspetti che ciò avvenga nella Silicon Valley o in Scandinavia, o nell’avanzatissima Barcellona. Invece sorpresa. Il museo è quello archeologico di Napoli, il Mann, che custodisce le straordinarie collezioni provenienti da Pompei ed Ercolano, la collezione Farnese e quella Egizia.
Il videogioco si chiama Father and Son e da mercoledì 19 aprile è disponibile su Apple Store e Google Play. Dall’Ansa apprendo che è un “gioco narrativo in 2D a scorrimento laterale, è stato realizzato in inglese e italiano è gratuito e senza pubblicità. Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che proporrà anche una linea di prodotti legati al videogame, ha un ruolo cruciale nello sviluppo del gioco”.
La vera novità è che, oltre alla produzione, il Mann punta a creare una relazione tra il contenuto digitale del videogioco e lo spazio fisico del museo. “Il sistema riconosce la presenza dei giocatori nel raggio di 20 metri dal Mann e sbloccherà nuovi abiti dei personaggi e una nuova location di gioco”. E ancora: “I contenuti del videogioco sono stati sviluppati dalla
associazione Tuo Museo e concordati nei tratti essenziali con il direttore del Mann Paolo Giulierini e con il prof. Ludovico
Solima (Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”). Alla realizzazione del videogioco hanno lavorato diversi
specialisti: Fabio Viola (Electronic Arts Mobile, Vivendi Games Mobile), Sean Wenham (Ubisoft, Sony), Alessandro Salvati (autore di ADON Project e Anxiety Attack), Arkadiusz Reikowski (compositore delle musiche di Kholat e Layers of Fear)”.
Non annoio con la descrizione di ciò che avviene nel videogioco. Penso di fare una partita. Comunque grande Mann, in anticipo su tutti.