Penso proprio che sia arrivato il momento di un’ampia riflessione sul futuro del Mezzogiorno che secondo i recenti dati Istat è a rischio spopolamento.
Dal Sole24Ore del 26 aprile:
“Nel 2045 l’Istat stima che la popolazione residente in Italia sarà pari a 58,6 milioni e a 53,7 milioni nel 2065. La perdita rispetto al 2016 (60,7 milioni) sarebbe di 7 milioni tra 49 anni. Si profila uno spostamento del peso della popolazione dal Mezzogiorno al Centro-nord del Paese”.
E ancora
“Nei prossimi anni assisteremo dunque in modo evidente ad uno spostamento del peso della popolazione dal Mezzogiorno al Centro-nord del Paese. Secondo le previsioni, nel 2065 il Centro-nord accoglierebbe il 71% di residenti contro il 66% di oggi; il Mezzogiorno invece arriverebbe ad accoglierne il 29% contro il 34% attuale”.
Disoccupazione, spopolamento, i giovani migliori che vanno al Nord o in Europa: su questo blog mi ero proposto di evidenziare i trend positivi del Sud Italia. Ma le notizie Istat sono così gravi che viene spontaneo sollecitare una riflessione fra intellettuali e politici del Mezzogiorno. Ci sono notizie positive che arrivano dal Sud ma le tendenze future non sono rosee. C’è bisogno di un salto di qualità. Come realizzarlo? Proposte? Regioni e Università hanno fatto riflessioni in merito?