Sarà una fissazione. Eppure secondo me la finanza sostenibile potrebbe venire in aiuto delle linee ferroviarie locali italiane e in particolare di quelle del Sud Italia. Dall’ultimo dossier di Legambiente, emerge che la gloriosa linea Circumvesuviana è la seconda peggiore d’Italia dopo la Roma-Lido.
Gloriosa perché entrata in esercizio il 22 novembre 1884 “ferrovia a scartamento ridotto 0,950 con trazione a vapore Napoli-Nola”: è quanto si legge nel sito di Eavsrl, la società che gestisce la Circum e il cui socio unico è la Regione Campania.
Ora ci sarebbero tanti modi per trovare capitali così da rilanciare la Circum, che tocca tutta la provincia di Napoli e che ogni giorno carica migliaia di pendolari, studenti e turisti (tra le stazioni vi sono per esempio Pompei ed Ercolano).
Si può prendere esempio dalle Ferrovie Nord (Fnm) lombarde quotate in Borsa e di cui la Regione Lombardia conserva la maggioranza. O ancor meglio, Eavsrl potrebbe emettere un green bond come hanno fatto di recente le Ferrovie dello Stato. In tutto il mondo gli investitori istituzionali sono a caccia di questo asset finanziario. La Cina ne ha emessi e ne sta emettendo tantissimi per dotarsi di ottime infrastrutture ferroviarie (oltre che per dotarsi di impianti di energie rinnovabili). Le tratte locali, in particolare, evitano ai pendolari di prendere le auto e ciò consente un abbattimento dei gas serra.
Ci sono le condizioni economiche e infrastrutturali per lanciare un green bond da parte di Eavsrl. Anche le competenze in tema di green bond sono diffuse tra gli istituti finanziari. Perché non pensarci seriamente? E il green bond non escluderebbe una quotazione in Piazza Affari. Per la Circum sarebbe una grande opportunità.